LA VERITÀ, DOMENICA 28 GENNAIO 2018
La neuro-auricoloterapia è una cura che ha origini antiche: alcuni la fanno risalire agli egizi, altri ai cabalisti, altri ai persiani.
Si trova in molte tradizioni popolari. I corsari portavano un pesante orecchino sull’orecchio dominante per stimolare il padiglione auricolare e in particolare Il punto dell’occhio situato al centro del lobulo in modo da riconoscere da lontano i vascelli nemici. Nelle campagne è tradizione mettere anelli alle orecchie dei maiali perché aumenterebbero la produzione di grasso. In Germania, Scozia, Irlanda e Italia si attribuisce al buco per l’orecchino il potere di acuire vista e capacità intellettuale.
Il primo riferimento storico sull’utilizzo terapeutico della neuro-auricoloterapia in Europa è legato a un medico portoghese del 1600. Fu verso la fine degli anni Cinquanta che la neuro-auricoloterapia si diffuse in Francia a opera di un medico di Lione, Paul Nogier. Nogier aveva osservato che diversi suoi pazienti avevano delle cauterizzazioni a livello del padiglione auricolare, eseguite da una guaritrice per curare i dolori al nervo sciatico. Il medico contattò la donna, studiò la sua pratica e capì che l’orecchio è l’immagine di un feto rovesciato che rappresentava il corpo umano. Così dimostrò che la stimolazione di alcuni punti del padiglione auricolare produceva effetti clinici dimostrabili e ripetibili.
La neuro-auricoloterapia, mediante stimolazione, è in grado di stimolare specifiche zone del sistema nervoso centrale. L’orecchio è innervato da 5 nervi e usufruisce di uno scambio continuo di informazioni tra cervello, organi e appartati periferici. Tali evidenze sono state dimostrate dal dottor David Alimi di Parigi. Questa pratica non ha nessuna parentela con l’agopuntura perché si basa su concetti neurofisiologici e non su teorie energetiche. L’orecchio ha 150 punti che possono essere stimolati sia con glia aghi sia con il freddo e la cui funzione è stimolare il cervello a rilasciare neuromediatori in grado di favorire l’autoguarigione ristabilendo l’equilibrio. In questo modo è possibile curare molti sintomi diminuendo o abolendo i farmaci. L’orecchio è come uno schermo touch collegato all’emisfero cerebrale opposto ed è così che, premendo i suoi tasti, è possibile agire sul dolore e stimolare le zone cerebrali.
Il medico deve fare una giusta diagnosi che può essere confermata da un fenomeno particolare: i punti auricolari da stimolare sono facilmente individuabili perché in caso di uno stato patologico in una zona del corpo esiste nella zona corrispondente dell’orecchio un’area dolorosa alla pressione. I punti da stimolare vanno poi punti con aghi di 3 mm che cadranno da soli. La neuro-auricoloterapia, che deve essere praticata solo da medici esperti, può agire su molte patologie come dolori osteoarticolari, reumatici, nevralgici o traumatici acuti e cronici, tendiniti, sciatiche, cefalee, cervicalgia e disturbi psicosomatici.
di Luciano Bassani